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Genyornis Un titolo ironico che però racchiude le sorti del Genyornis, visibile nella ricostruzione qui a lato, una specie di uccello non volatile che viveva sino a 50mila anni fa in Australia. Era un uccello possente alto sino a 2 metri per quasi 200kg di peso. Era un uccello simile per molti aspetti allo struzzo anche se il suo parente più vicino sembrano essere le oche.
Nonostante la mole in un periodo storico molto breve il Genyornis scomparve in concomitanza con l'arrivo dei primi aborigeni. Proprio quest'ultimi sarebbero i responsabili della scomparsa del Genyornis e di altre specie animali in Australia. Gli incendi usati per le deforestazioni e la caccia avrebbero messo in crisi alcune specie australiane come il Genyornis.

Esso aveva anche una cattiva abitudine di deporre le uova a vista nelle dune di sabbia. Uova di almeno 2kg facilmente individuabili che rappresentavano un'ottima occasione per l'uomo di un succulento pasto proteico.

Le prove risiederebbero nei 200 siti (su 2000 in tutta Australia) in cui sono stati ritrovati gusci di uova ammucchiati e parzialmente bruciati. Le bruciature analizzate sarebbero frutto di fuochi ardenti o di braci di carboni ardenti e non dovute agli incendi.

Molto probabilmente l'uomo consumata le uova e poi gettava i resti nel fuoco.

Il Genyornis data la mole era riuscito a sopravvivere per centinaia di migliaia di anni per poi estinguersi nel giro di poche migliaia di anni grazie all'uomo

Novità dalla natura

UbaraIn pochi di noi conosceranno l'Ubara, (Chlamydotis undulata), cugino dell'Otarda specie rara da noi e protetta, ma quello che fa discutere è sicuramente la scelta del Pakistan di togliere il divieto da caccia a questa specie classificata "vulnerabile" e, quindi, praticamente quasi a rischio estinzione.
Le motivazioni che hanno spinto la Corte Suprema del Pakistan a dichiarare cacciabile risiedono nell'interesse economico di tutelare i rapporti con i Paesi del Golfo ed in particolare con l'Arabia Saudita. Pare, infatti, che la carne di Ubara sia considerata afrodisiaca dagli sceicchi che pur di averla sarebbero disposti a tutto.

Era appena il 20 agosto quando Jawwad S. Khawaja vietava la caccia dell'Ubara in Pakistan in quanto specie in via di estinzione e, quindi da proteggere. La notizia era stata ben accolta dagli ambientalisti, dai conservatori e da tutte le persone che credono nel rispetto e nella salvaguardia della biodiversità e delle specie a rischio.
Lunedì, 25 Gennaio 2016 00:00

Cane rinchiuso in un pozzo salvato da Cacciatori

Scritto da
Cane salvato da due cacciatori Doveva essere una classica uscita per Davide Vergaro e Salvatore Natalino due cacciatori brindisini, ma una triste sorpresa ha stravolto i loro programmi.
Domenica scorsa sul "classico" posto di caccia in località Santoria Vecchia (BR) i due durante la battuta di caccia sono rimasti attratti da guaiti provenienti da "sotto terra".
Rimossi i massi che chiudevano l'accesso ad un vecchio pozzo in disuso i due si sono ritrovati davanti un povero cane infreddolito ed impaurito. Il simil labrador nero soprannominato "Pluto" è stato così salvato ed adottato dai due cacciatori in attesa di scoprire chi ha avuto il coraggio di compiere quel terribile gesto.
Sabato, 16 Gennaio 2016 00:00

Sospensione anticipata al 20 gennaio a tre specie

Scritto da
Tordo

Il consiglio dei ministri ha deliberato l'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti delle regioni Calabria, Toscana ,  Liguria, Puglia, Lombardia, Umbria, e Marche  disponendo la modifica dei calendari venatori con la chiusura anticipata della caccia al 20 gennaio 2016 a tre specie, Tordo Bottaccio, Beccaccia, Cesena.

Il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti (PD)  si legge su www.governo.it per evitare che il limite al 31 gennaio fissato dalle regioni interessate facesse coincidere la stagione della caccia di una o più specie indicate con il periodo prenunziale o di riproduzione ha disposto la modifica del loro calendario venatorio.
Secondo il Ministro gli attuali limiti di caccia al 31 gennaio comporterebbero una violazione della normativa europea, andando ad aggravare la posizione dell'Italia rispetto all'eventuale chiusura negativa del caso EU-PILOT 6955/2014, avviato dalla commissione europea.

Le regioni dovranno nei prossimi giorni adeguare i loro regolamenti.


Peccato che in gran parte d'Europa, dove quando si parla di caccia siamo gli unici a farne parte, l'attività venatoria si svolge dal 20 agosto al 28 febbraio, con il Tordo Bottaccio cacciabile in quasi tutte le nazioni attorno a noi fino al 28 febbraio!

Anche specie come Cinghiale e Storno considerati nocivi a causa dei danni all'agricoltura e sanitari/igienici in alcuni paesi, come la Francia in caso di necessità possono essere cacciati tutto l'anno.

Le azioni intraprese dal Ministro dell'Ambiente non fanno altro che aumentare la sfiducia nelle persone che lasciano a malincuore il mondo venatorio italiano preferendo i viaggi all'estero.

Giovedì, 14 Gennaio 2016 00:00

Una mattinata indimentabile grazie alle regine del bosco

Scritto da
Santo BeccacceLa prima domenica dell'anno rimarrà sicuramente impressa a vita in Santo "tordaiolo nel sangue" con le uniche e rare distrazioni del Colombaccio e della Beccaccia. La stagione è stata sicuramente fra le più nere di sempre e spesso depressi si ha voglia di smettere, ma quando arriva la domenica, e si è liberi, la tentazione è tanta e rimanere a casa in pantofole non fa di certo parte del dna del cacciatore.

Il nostro amico Santo di certo non si lascia perdere l'occasione e via come ogni week end appuntamento al bar con la comitiva per il caffè e si parte verso la grande piana di Rosarno fra distese di ulivi, agrumeti e bosco una vera e propria calamita per i Tordi.

Arrivati sul posto l'aria gelida fa davvero rabbrividire e congelare, ma indossato gilet e uscito dalla custodia il fucile ci si incammina per un piccolo tratto sino a raggiungere i "soliti" appostamenti temporanei e la giornata ha inizio. Il freddo è pungente e con le orecchie aperte e sincronizzate sulla frequenza del zip del tordo si aspetta, con ansia, l'alba cercando nel buio/luce di scrutare in cielo una sagoma familiare. Si resta immobili muovendosi di tanto in tanto per non congelare.

Ma, come un palinsesto ciclico e noioso che si ripete, quest'anno arriva il sole a riscaldare ed illuminare tutto, ma dei Tordi nessuna traccia. Qualche colpo più in là fa sperare che almeno gli amici ne abbiamo visti.
Il richiamo del caffè portato nel thermos mette un po' fine alle speranze e ci fa riunire con gli altri per cominciare a tirare le somme dell'ennesima giornata negativa. In tre appena tre tordi, ma dato l'orario ancora presto ed il desidero di imbattersi in qualcosa rimaniamo ancora puntando sulla speranza.

La pazienza non è proprio una virtù di Santo e la frenesia di sparare lo spinge a provare a vagare col cane. Inizia così la cerca nel vicino bosco, fra i cespugli ed il fitto nella speranza di partire qualche Tordo, qualche Merlo o perché no qualche Ghiandaia, una Beccaccia, un bel Colombaccio, insomma la ricerca di un'emozione per non lasciare troppo vuota ed un po' vana la giornata.

Rochi in rientroIl bosco è proprio adiacente gli ulivi ed è li che in genere i tordi vanno a dormire e la mattina si lanciano a folle velocità nella pastura. Il sottobosco è molto fitto e qualche rovo rende pure inaccessibile dei pezzi, ma Santo ed il suo fedele Springer Ringhio cominciano la cerca.
Ringhio sta sempre a giocare, ma non appena sente il comando "cerca" ecco che torna il cane da caccia doc attento e col naso sempre a terra in cerca di una traccia o qualcosa da scovare.

Dopo un po' che ci si è inoltrati nel bosco e intravisto qualche merlo lontano che, avvertito il nemico, si "tuffa" nel fitto senza farsi vedere più e qualche zip troppo lontano ecco che un rumore insolito, dei rami scuotersi ed un rumore di ali che sbattono fa intravedere quella sagoma non tanto familiare, ma inconfondibile, della regina. Primo colpo un po' a vuoto fra la sorpresa ed il secondo che va a segno... e, come se un lampo caduto a terra avesse fermato il tempo, un vulcano di emozioni è lì pronto ed esplodere in un sol attimo.
- "In effetti non so se ho emesso un forte grido o se ho solo immaginato di averlo fatto, ma stavo concretizzando di aver fatto cento in quel momento" che solo un altro rumore simile al precedente e l'intravedersi di un'altra sagoma mi hanno distolto dal pensiero di aver abbattuto una beccaccia e fatto tornare con i piedi sulla terra.

In canna l'ultimo colpo, un colpo davvero magico e fortunato di stoccata, imbracciata rapida del mio Benelli Montefeltro Cal20 e sparo...

"In quel momento non esisteva altro, era come se avessi sbancato al superenalotto. Non sono molto abituato a fare una beccaccia, figuriamoci due. Mi è sembrato come se avessi tolto le rotelle alla bicicletta e avessi cominciato a pedalare a razzo senza cadere...."
Una cosa è certa, la seconda beccaccia mi aveva proprio fatto ubriacare, corro immediatamente a recuperarla senza ricaricare il fucile e chiamando Ringhio affinché la trovasse. Non ho neanche tenuto bene il punto, ma da lì a poco ecco ringhio uscire da un cespuglio con la Beccaccia in bocca è li sicuramente le urla di bravo Ringhio!! bravo, porta non sono state risparmiate.
Una volta presa la Beccaccia accarezzata in tutta la sua lunghezza tenendola dal lungo becco e posandola nella bisaccia del gilet ho subito cercato di fare mente locale sul dove era potuta cadere la prima.

Mi ero a tal punto inebriato che a dir la verità ce ne è voluto. Portavo Ringhio sempre da tutt'altra parte sino a quando non ho ritrovato i bossoli a terra e, quindi, il punto da cui avevo sparato. Ricordare la direzione ed intuire il punto di caduta non è stato difficile.
Di certo non tutto poteva andare perfettamente e proprio in quella direzione iniziava un pezzo di rovi con canneto. Avrò fatto entrare diverse volte Ringhio in quei cespugli ed ogni volta usciva senza nulla. Il gelo stava scendendo su di me, sin quando ho notato un'apertura fra i rosi. Mi sono avvicinato e senza che gli dicessi nulla, Ringhio si è infilato sotto lo sentivo districarsi fra i rovi ed ecco che l'ho sentito fermarsi in un punto e dal forte agitare di quei rami capisco che ha individuato la Beccaccia e tiro un fiato di sospiro. Da lì a poco spunta fuori e la luce è tornata decisamente a splendere più forte che mai.

Fortemente soddisfatto la girata si poteva decisamente concludere e far ritorno dagli amici col lauto bottino. Amici decisamente sorpresi ed invidiosi. I complimenti sulla fortuna e sul fattore c non sono mancati, ma di certo io e Ringhio avevamo concluso un'ottima cacciata ed anche se la giornata è continuata con tre tordi fatti nel pomeriggio le due regine rimarranno a lungo impresse nella mia mente e nel mio cuore.

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