La caccia compiuta dall'uomo ha sempre comportato una selezione sulle specie selvatiche avvantaggiandone alcune rispetto ad altre. Un interessante studio danese mette in correlazione la caccia con l'aumento dell'intelligenza di alcuni uccelli. Lo studio, pubblicato su
Biology Letters, si basa sui dati dei tassidermisti raccolti tra il 1960 ed il 2015.
La legislazione danese prevede l'archiviazione dei dati di ogni esemplare trattato dai tassidermisti e, da queste informazioni, gli studiosi hanno recuperato interessanti correlazioni.
Sembrerebbe, infatti, che la mortalità degli uccelli dovuti alla caccia non è sempre causale, ma sia dovuti a fattori quali l'età il sesso e la dimensione del cervello.
Secondo i ricercatori proprio quest'ultimo fattore avrebbe aiutato, nel corso del tempo, gli uccelli ad aumentare le loro capacità celebrali. Gli individui con cervello più grande hanno maggiori probabilità di sfuggire ai cacciatori. Una maggior intelligenza aiuta gli uccelli a distinguere gli umani potenzialmente pericolosi da quelli innocui da cui ricercare il cibo.
Insomma nel corso del tempo l'uomo con la pressione venatoria ha compiuto una selezione portando alcune specie a diventare più intelligenti. Per confermare la tesi i ricercatori si sono proposti di sfruttare le nuove leggi europee che negli ultimi anni hanno bandito alcune specie di uccelli per studiare la loro evoluzione rispetto agli altri...
Attendiamo con ansia i risultati, ma nessuno di noi si è mai accorto quanto siano intelligenti alcuni animali stanziali abituati alla presenza dell'uomo come Cornacchie, Gazze e Ghiandaie?
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