L'Aquila reale riveste anche un ruolo molto importante nella storia della simbologia europea. Basti pensare che per i Greci era l'unico animale che poteva rispecchiare i valori fondamentali del padre degli Dei, Zeus, e gli antichi romani lo scelsero come emblema dell'antica repubblica.
Un animale per alcuni aspetti misterioso che affascina da sempre l'uomo attratto da ciò che non può raggiungere.
In Aspromonte sono state censite ben quattro coppie, tre sul versante jonico ed una su quello tirrenico. Risulta importante considerare questo esemplare a livello di coppia perché è un animale fedele a vita e rimane stanziale per anni per poter riuscire a coltivare la propria prole. Le Aquile reali attuano anche tattiche di caccia che include il lavoro sincronizzato della coppia. È importante, pertanto, considerare gli avvistamenti che includono la coppia e non il singolo che potrebbe essere solamente di transito alla ricerca di un compagno ed un nuovo territorio.
Sull'Aspromonte le Aquile reali svettano sulle brulle vette dominando dall'alto la Calabria e risiedono nelle zone più introvabili e sperdute nascoste dagli sguardi indiscreti dell'unico predatore che può darci fastidio, l'uomo. Le quattro coppie presenti in Calabria, sull'Aspromonte si uniscono alle altre censite nel paese, quasi tutte sulle Alpi con 200 coppie, alle 10 coppie presenti in Sicilia, alle 30 coppie in Sardegna e alle altre circa 50 coppie dislocate lungo tutto l'Appenino italico.
Sicuramente i pochi fortunati, che potranno godere della sporadica e difficile apparizione di questi uccelli, ammirando i volteggi e lo scivolare nell'aria dominando i cieli azzurri trasmettendo forza e serenità capiranno perché per i greci questi animali possano essere solo opera del padre di tutti i dei.
I principali fattori che colpiscono questa specie sono: il disboscamento, il bracconaggio e la cattura dei nidiacei.
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