Sono ormai anni che si parla dei
possibili impatti ambientali che il piombo avrebbe rispetto ad altri materiali. Tuttavia ancora non si è giunti ad una decisione ufficiale sulla situazione. In Norvegia addirittura dopo dieci anni di embarghi e divieti vari sull'uso del piombo nella caccia sta facendo marcia indietro dati i scarsi risultati ottenuti nell'uso di altri materiali ( a volte più pericolosi e dannosi).
In Italia già in molte zone è presente il divieto dell'uso del piombo, ma nessun risultato scientifico è riuscito a produrre prove tangibili che, al di fuori delle zone acquitrinose, tali limitazioni siano corrette.
In occasione del simposio internazionale "
L'uso sostenibile delle munizioni in piombo nella caccia e negli sport del tiro: fatti ed emozioni" organizzato qualche giorno fa da Afems e Wfsa a Bruxelles i massimi esperti mondiali si sono incontrati per discutere, in termini scientifici, sull'uso del piombo.
«Il piombo può essere controverso, ma correttamente utilizzato non è un problema. E occorre uscire dall'aspetto emozionale per valutare serenamente», ha detto a titolo d’introduzione
Torbjorn Lindskog, presidente di Afems (Association of european manufacturers of sporting ammunition). Ad ascoltarlo c’era
Natalie Pauwels, del direttorato generale dell’ambiente della commissione Ue che ha fatto il quadro sulle priorità ambientali della Ue a breve e lungo periodo e sugli obiettivi che riguardano da un lato la protezione del capitale naturale e, dall’altro, la salvaguardia delle presone dagli agenti tossici. Questo con approccio precauzionale per raccogliere le conoscenze disponibili separando fatti da emozioni.
Rick Patterson, direttore esecutivo dell’Istituto statunitense dei produttori di armi sportive e di munizioni (Saami) ha riassunto la vicenda del condor californiano, uccello di origine preistoriche che si ciba di carcasse, per la tutela del quale nel 2008 lo stato della California ha bandito l’uso del munizionamento in piombo. Dopo il bando, una ricerca scientifica che ha analizzato il contenuto degli animali ritrovati morti, ha dimostrato che anche se si elimina il piombo, il condor non può sopravvivere se non in una sorta di zoo senza mura.
Frederick Verdonck ingegnere bioscientifico di Assesting risks of chemicals (Arche), ha indagato le popolazioni di starna, poiana e nibbio reale: le sue conclusioni, non definitive, sono state che forse individui possono anche morirne, ma le tre specie possono sopravvivere anche con alti livello di piombo nel sangue; senz’altro i motivi di morte di tali animali dipendono molto di più dagli incidenti, dalla fame, dall’ingestione di veleni e pesticidi, che da quella dall’ingestione del piombo (che incide per il 4%) o dalla caccia.
Axel Goettlein, professore dell’università di Monaco, ha condotto uno studio sulla contaminazione del terreno provocata non tanto dai proiettili quanto dagli ioni metallici rilasciati. Ha preso in esame il piombo, ma anche i materiali alternativi per i proiettili, in terreno a ph acido (il rischio è maggiore, mentre in quelli alcalini è quasi zero). Simili al piombo, quanto a tossicità, sono il rame e l’ottone, la migliore alternativa sembra lo stagno.
Steve Binks, del consorzio Reach, ha spiegato che al momento attuale il piombo in forma solida non rientra tra i metalli che l’Europa ha ritenuto debbano essere sostituiti per la loro tossicità nei confronti della salute umana. Vi rientrano, invece, alcuni suoi composti utilizzati in particolare per la produzione di batterie. L’impatto potenzialmente pericoloso su riproduzione umana sarebbe da collocarsi oltre lo 0,3% di concentrazione. Un comitato si sta occupando della prevenzione del rischio e prevede il controllo della concentrazione dei siti. Il limite dovrebbe essere posto a 70 microgrammi per decilitro di sangue.
Mauro Silvis, segretario esecutivo del World forum on shooting activites (Wfsa), ha ricordato che il piombo delle cartucce costituisce appena il 2% del consumo di piombo mondiale. Ha quindi ricordato la decisione in sede Onu per la messa al bando del piombo entro il 2017 e di come i governi possano derogarvi. «Molte delle conclusioni non ci vedono d'accordo e auspichiamo che si valutino tutte le conseguenze. Noi diffondiamo informazioni utili a tutti i livelli per intraprendere iniziative».
Ryan Bronson, direttore delle politiche pubbliche di Vista outdoor, che è la parte sportiva di Atk, ha presentato gli studi che Federal ha eseguito su varie tipologie di proiettili costruiti con materiali alternativi al piombo. Ha riferito come le differenti caratteristiche, a volte notevoli, dovrebbero essere ben conosciute dai cacciatori per evitare rischi e ferimenti.
Helmut Kinsky, ex presidente della Deva, associazione tedesca che si occupa dei test sulle armi sportive, si è occupato di uno studio sui rimbalzi dei vari tipi di proiettili, commissionato dal ministero della Nutrizione e dell’Ambiente tedesco. Tale studio partiva dal dati che il 16% degli incidenti fatali in Germania è causato proprio dai rimbalzi. Sugli angoli dei rimbalzi (<2°) non ci sono significative differenze tra i materiali dei proiettili, ma quelle lead free conservano una massa maggiore (36%) e una maggiore energia (28%), nonché un percorso più lungo (747 metri contro 516 in media). In genere la palla che contiene piombo perde la camiciatura che si frammenta.
Hans-Dieter Pfannenstiel, zoologo, ha studiato gli effetti letali tra cartucce in piombo e senza piombo, arrivando alla conclusione che occorrerebbe una valutazione veterinaria su ogni abbattimento, ma che parimenti sulla base degli studi esistenti nulla giustifica il bando del piombo.
L’europarlamentare ligure Renata Briano ha già aderito all'Intergruppo biodiversità countryside e caccia e ha garantito che il tema sarà affrontato in sede Ue con grande equilibrio sui dati scientifici. «Il tema della gestione degli ungulati selvatici che hanno impatto sul mondo agricolo deve essere valutato in ottica di risorsa e non di problema. Al consumatore e agli utenti dobbiamo dare sicurezza di quello che mangiano».
Klaus Hinnerk Baasch, dottore in tossicologia, ha spiegato che esistono vari studi che attestano che non ci sono pericoli a consumare selvaggina per ingestione del piombo e che il piombo delle cartucce non ha rilevanza né sulla protezione degli animali né sull’ambiente.
Christer Holmgrem, esperto di armi svedese, ha affermato che il piombo è ovunque, non sparirà mai dal nostro ambiente. Attraverso l’analisi in vitro di un cinghiale abbattuto, ha potuto affermare che l’accidentale consumo di piccoli frammenti di piombo nella selvaggina (fino a 5 mg per kg) non porta alcuna contaminazione agli uomini.
Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico del policlinico milanese Ca’ Granda, ha raccontato di uno studio svizzero sulla concentrazione di piombo nel sangue di consumatori di selvaggina, non diverse da quelle della popolazione in generale. Non è la selvaggina la principale fonte di assunzione di piombo, ma i cereali, le bevande non alcoliche, i prodotti lattiero caseari. L’università di Milano ha stabilito recentemente un nuovo campione di verifica tra consumatori, arrivando alla conclusione che nei forti consumatori di selvaggina non ci sono differenze significative, e i valori di piombo nel sangue sono comunque più bassi rispetto a quelli considerati a rischio.
Holger von Stetten, dottore in medicina interna, ha riferito che, nel confronto tra popolazione di animali domestici e fauna selvatica, mediamente quest’ultima contiene 0,02 mg/kg di piombo. Tra cinghiale e maiale non c'è differenze di contenuto di piombo, a esclusione della zona della ferita che ha abbattuto il cinghiale.
Rolf Larsen, direttore dell’Associazione norvegese della caccia, ha spiegato come la sua associazione ha vinto la battaglia, in collaborazione con Afems e il comitato norvegese per le armi, per eliminare il bando del piombo. L’Associazione ha raccolto il maggior numero di dati scientifici e li ha inviati al ministero dell’Ambiente, alle commissioni e ai partiti, sottolineando come cifre e dati fossero stati esagerati dalla lobby anticaccia per ottenere il bando.
Stefano Rosi della Fitav ha raccontato quello che è stato fatto per la raccolta del piombo e altri materiali in Italia nei campi di Tiro a volo. Joachim Streitberger, direttore dell’Associazione tedesca dei poligoni di tiro (Bvs), ha raccontato delle soluzioni ecocompatibili adottate recentemente nei poligoni costruiti a Garlstorf e a Oberg, poi a Pforzheim e a Berlin Wannsee.
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