Solo verso le due i rumori delle prime auto che si avvicinano ci destano. La notte sta cominciando ad animarsi e per paura di perdere il posto scendiamo dalla macchina e ci prepariamo ad incamminarci anche noi.
Manca ancora molto all'alba, ma la tensione è già a livelli stratosferici e si comincia a sentire l'effetto dell'adrenalina.
Avevo già preparato il mio appostamento sul bordo di un campo lavorato ben nascosto da degli alberi. Il tempo è buono e anche leggermente fresco. Il giorno prima ha piovuto abbassando leggermente le temperature e l'umidità è tutto sommato sopportabile. Avevo scelto il posto osservando la traiettoria che più o meno seguivano le tortore nei giorni precedenti.
Mi accascio sull'erba appoggiandomi al tronco di un albero e attendo. Intravedere in lontananza i primi raggi del sole mi incoraggia e al tempo stesso sento in me un dolce tepore salire.
Stanco e forse un po' assonnato mi posiziono e attendo. L'alba comincia a prendere forma pian piano e le braccia sono già stanche per via del peso del fucile. Tuttavia la stanchezza svanisce ogni volta che intravedi una tortorella e non fai altro che stare allerta aspettando. Come saette intravedi qualche tortora, ma lontana e cominci a sentire i primi spari.
Il bello di questa caccia è che non sai mai in che direzione guardare, ma mai lasciarsi prendere dal panico. Ogni tanto si tira un lungo respiro e con calma costanza e pazienza si aspetta.
Da li a poco ecco il primo fulmine comparire dalla cima degli alberi, imbraccio e tiro più d'istinto che altro. Non fai nemmeno in tempo a capire cosa sia effettivamente successo che vedi il selvatico cadere a terra lasciando dietro di se una scia di piume.
In quel momento la gioia dentro di te esplode come un vulcano, ma non puoi lasciarti andare in festeggiamenti, devi correre a recuperare la preda e tornare subito in allerta perché altre tortore possono passare.
Da lì a poco, infatti, si fanno vive altre belle tortorelle. Riesco senza troppa difficoltà a farne tre in prima mattinata. Tutte abbattute con la PL32 piombo 7. Le cartucce vanno, ma i tiri non sono difficili, sono tutti a tiro fra i 15 ed i massimo 30 metri.
Il primo colpo è il difficile per via della velocità delle tortore che sfrecciano proprio sulla cima degli alberi e magari le intravedi solo all'ultimo.
Sul tardi Giovanni e Armando si avvicinano a me. Manca poco perchè tutti e tre raggiungiamo il limite di cinque capi e ci aiutiamo anche a vicenda chiamandoci le Tortore.
Alla fine raggiungiamo tutti e tre il limite e siamo stracontenti.
Avevamo molti dubbi dopo la pioggia di ieri che avremo sparato.
Non ci resta che raccogliere tutto, disfare gli appostamenti e tornare a casa. Per riprenderci dalla stanchezza una sostanziosa cena è il limite ed il bello della caccia è proprio che non finisce mai, e non facciamo altro che parlare della mattinata appena trascorsa. Chissà se è un problema nostro o di tutti i cacciatori...
Ci sono voluti mesi di attesa, mesi tristi e faticosi per trovare il materiale di ricarica, seguire ed addestrare i cani, ma finalmente abbiamo ripreso...insomma
Buona la prima!
Un grosso in bocca al lupo anche a tutti gli altri cacciatori che un po' pian piano in tutta Italia riprenderanno la caccia.
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