Ammontano a ben
17 milioni di euro le quote pagate dai cacciatori calabresi tra il 2010 ed il 2016. Seppure per legge questi soldi sono vincolati alle politiche venatorie sono, invece fermi, nelle casse della regione Calabria.
Il denaro, come prescritto da norma, dovrebbe essere impiegato per la prevenzione ed il risarcimento dei danni agli agricoltori, per la vigilanza del territorio, per l'acquisto di fauna selvatica e per coprire le spese dei comuni per il rilascio del tesserino venatorio.
I soldi sborsati dai cacciatori sono, invece, fermi e bloccati in attesa di essere ripartiti ed investiti.
A lanciare l'accusa è il presidente provinciale di Federcaccia Cosenza, Antonio Greco, durante un incontro che vedeva partecipi anche i rappresentati di Libera Caccia, Coldiretti ed il consigliere regionale Mauro D'Acri.
Una situazione insostenibile per il settore che non permette investimenti e/o risposte serie al settore sempre più in crisi.
Qualora dovesse perdurare lo stato di incertezza e mancata attribuzione delle risorse ai vari ATC sia Antonio Greco che Paquale Paradiso, presidente provinciale di Libera Caccia potrebbero lasciare le loro cariche.
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