Se il paese è inquinato, se l'equilibro naturale è a dura prova, se c'è la moria dei passeri (La scomparsa dei passeri, di certo non per la caccia)nell'indifferenza più totale la colpa è solamente della caccia.
Avrei preferito leggere notizie come queste:
Associazione Giovani Cacciatori contro l'abbandono dei rifiuti
Nardò il circolo della caccia Neretum a caccia di rifiuti
e tante altre iniziative a cura dell'ambiente che i cacciatori svolgono, soprattutto in Toscana a difesa degli habitat naturali.
Tralasciamo un attimo le polemiche, in fondo è normale gli ambientalisti si dedicano a sconfiggere il loro nemico più debole ed è giusto che facciano polemica su ogni nostra attività maliziandola o strumentalizzandola per i loro scopi.
Quando, invece, sono le istituzioni ad andarci contro, proprio quelle che vengono mantenute anche con le nostre tasse, lì non ci sono scusanti e nulla può costringerci a sottostare senza intervenire.
Purtroppo sembra proprio che noi cacciatori siamo bravi a parole, ma non a fatti e viviamo in uno stato di sfiducia e sottomissione quasi accettando senza reagire ogni ulteriore bastonata.
Ecco che il provvedimento adottato a Reggio Emilia di divieto di caccia in parte del territorio comunale (ordinandza 595 del 2 febbraio 2010) atto a tutelare la pubblica incolumità sia stato adottato anche in molti altri comuni dell'Emilia come Sasso Marconi, CastelMaggiore ect.
Come se la legge n°157 del 1992 non avesse già dato precise indicazioni su limiti da rispettare e restrizioni o come se fossero pochi già i territori soggetti a parco, protezione speciale o di interesse comunitario.
Potremmo sorvolare anche su questo ma non sulle dichiarazioni del sindaco di Lugagnano che dichiara, nei confronti di cui sceglie di praticare la caccia:
Se queste persone hanno tempo di andare in giro a cacciare, possono investire mezza giornata per ritirare il loro tesserino a Milano invece che qui in paesecostringendo così i poveri nostri amici che hanno la sfortuna di risiedere nel comune da lui comandato di dover, a loro spese cose se le tasse pagate non finissero in qualche modo al comune e per pagare i dipendenti allo sportello.
Mi sto quasi abituando a non sorprendermi più di tanto, prima o poi arriverà una notizia più bizzarra contro la caccia.
Mi sento discriminato da questo paese ipocrita, come se vivere di una passione antica eco-sostenibile, fuori dal coro e rispettando le regole (per non parlare dei costi sostenuti) sia sbagliato, ma mangiare la bistecca della multinazionale di turno super inquinante sia più corretto...
Cosa fare demordere lasciare perdere chiudere tutto in un armadietto e gettar la chiave?
Proprio qui è il momento di reagire con orgoglio per potar con intelligenza al riscatto venatorio insegnando a tutti cosa sia veramente la caccia prima di giudicarla senza conoscerla e mostrare come sia rimasto il solo cacciatore come vera sentinella della natura...
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