Almeno questa volta gli ambientalisti non possono attaccare i cacciatori visto che il passero dal 1993 è stato escluso dalle specie cacciabili. Allora a cosa imputare la scomparsa del passero?
Purtroppo un po' tutti dobbiamo metterci le mani sulla coscienza e fermarci un attimo a riflettere. Gli enormi problemi d'inquinamento atmosferico, i tanti ripetitori telefonici (che immettono nell'etere tantissime radiazione ad alta frequenza con effetti non certo positivi per la salute), la presenza di tanti metalli pesanti e ad altre sostanze non certo salutari nell'ambiente ed il progressivo abbandono nell'agricoltura tradizionale per quella intensiva che fa abuso di fitofarmaci di certo non hanno giovato ne a noi ne agli animali che vivono attorno a noi come i passeri.
Tuttavia il nemico numero uno del passero e che sta pian piano degradando la sua popolazione va inquadrato nell'incremento esponenziale che Corvi, Cornacchie, Gazze ed altre specie di Corvidi hanno avuto negli ultimi anni grazie alle condizioni apportate dall'uomo. I Corvidi sono degli uccelli spazzini e altamente nocivi. Riescono a procurarsi il cibo fra i nostri rifiuti, mangiando carogne e predando uova e piccoli di altri uccelli più piccoli come passeri e merli.
Il problema non è localizzato solamente nel nostro paese, ma tutta l'Europa sta osservando la lenta e continua diminuzione della popolazione del passero.
In Inghilterra nel 2006 la BirdLife International ha rilevato una diminuzione del 50% negli ultimi 30 anni della popolazione del passero. In Germania negli ultimi dieci anni si è assistito ad una preoccupante diminuzione di circa il 45% della popolazione di passeri. In Francia la situazione è leggermente migliore, ma anche qui negli ultimi diciassette anni i passeri sono diminuiti del 10%.
Ed in Italia? Purtroppo non abbiamo dati certi, la LIPU ha avviato il monitoraggio (ancora in corso) della popolazione dei passeri. I dati sin ora raccolti non sono certo positivi. Abbiamo assistiti negli ultimi anni a diminuzioni fra il 40 ed il 50% con picchi nelle grandi città anche del 70-80%. Dati preoccupanti, se non allarmanti che passano inosservati tranne per i pochi osservatori che magari hanno una finestra che dà sul parco o su un giardino.
Rimediare non è semplice, nonostante i tanti impegni, e le campagne per ridurre l'inquinamento è difficile arrestare la crescita di palazzi e case a discapito del verde, dei campi di grano e di tutti gli altri ambienti habitat del passero. Intervenire sul numero dei nocivi è però possibile. Negli altri paese europei si tende a tenere aperta la caccia ai Corvidi ed altri nocivi tutto l'anno. Addirittura in Francia chi abbatte le cornacchie riceve un premio. In Italia la questione è un po' complessa come spesso accade. I corvidi sono cacciabili in genere per tutto il periodo di caccia aperta ed il periodo può essere prolungato in caso di deroga. La deroga, però, difficilmente viene concessa in quanto spesso non vengono effettuati i rilievi necessari a stabilire quando un animale diventa nocivo e, quindi, poter richiedere la deroga di caccia che deve essere approvata dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Per la salvaguardia dei passeri ed altri piccoli uccelli come rondini, fringuelli, merli ect. bisognerebbe pianificare un'accurato piano di selezione per i Corvidi, ma che difficilmente viene effettuato. Negli anni scorsi da lodare le iniziative dell'Associazione Giovani Cacciatori che ha più volte organizzato battute di gruppo alle Cornacchie, ma come spesso accade le iniziative singole non sono una soluzione definitiva. Sperando che qualcosa si muovi in positivo non ci resta che guardare con occhi diversi le specie animali che vivono attorno a noi sperando di non doverci abituare a quel brutto colore neraccio di alcuni Corvidi considerati, per giunta, presagio poco propizio per il futuro.
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