Da quando nel 1999 è stata proibita la caccia alle Oche Graylag la popolazione di questi uccelli è cresciuta senza alcun controllo raggiungendo oggi le oltre 800 mila unità che d'inverno, con le migrazioni, raddoppia.
Tantissime oche concentrate che causano ingenti danni e soprattutto pericoli agli aerei.
Basta ricordare il 2010 quando per poco si è sfiorata la tragedia con un aereo costretto ad un atterraggio d'emergenza nell'aeroporto di Schipol, Amsterdam, uno dei principali nodi dei trasporti d'Europa a causa di uno stormo di uccelli alcuni dei quali finiti nelle turbine.
Da quell'episodio il governo olandese ha concesso negli anni devi veri e propri ordini d'esecuzione per le oche. Nel 2012 sono state 5.000 oche uccise, nel 2013 ben 10.000 e adesso si arriva a quote spaventose con anche
7.000 oche uccise a settimana.
Un vero e proprio stermino dove il principale strumento adoperato è il gas.Le autorità olandesi insistono che purtroppo tutto questo è necessario. La popolazione di oche in esubero causi troppi ed ingenti danni ai pascoli del bestiame (sono ghiotte dei fertilizzanti a base di azoto utilizzati), ma soprattutto pericoli per mongolfiere e aeroplani.
Gli ambientalisti, gli stessi che probabilmente hanno portato alla chiusura della caccia alle oche, insorgono soprattutto per le modalità cruente con le quali vengano abbattuti gli animali.
Che la riapertura della caccia sia uno strumento idoneo e magari più corretto per il controllo demografico delle oche? Per non parlare degli eventuali introiti derivanti da tasse di concessioni e magari turismo venatorio....
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