La modifica sposta la chiusura stabilita dalle regioni, in osservanza del piano faunistico e del parere dell'ISPRA, fissata al 31 gennaio 2015 anticipandola di 11 giorni per non violare la direttiva europea 2009/147/CE in materia di conservazione degli uccelli selvatici, che vieta la caccia nei periodi di nidificazione e riproduzione.
Il Ministero dell’ambiente ha già da tempo sollecitato le regioni ad adeguarsi i tempi richiesti dall’Unione europea ma non tutte le regioni hanno dato seguito al sollecito. La notizia ha sicuramente una pesante ripercussione sui noi cacciatori già "vittime" di pesanti, frustanti ed a volte insensate limitazioni.
La chiusura anticipata della caccia alle prede più ambite fra noi cacciatori costringerà non poche doppiette a essere riposte anticipatamente rovinando, così, le ultime possibilità a molti di risollevare una stagione sotto tono.
Visionando qua e là qualche sito di viaggi di caccia all'estero notiamo, con scalpore, che il periodo di caccia in altri paesi dell'Unione Europea di protrae anche oltre il 31 gennaio.
In particolare, non sono poche, le offerte di:
caccia al Tordo in Spagna e Grecia sino al 28 febbraio 2015;
caccia alla Beccaccia in Scozia sino al 31 gennaio;
caccia alla Cesena in Romania sino al 28 febbraio.
Questi paesi non fanno parte dell'Unione Europea? O meglio, solo da noi esiste l'interpretazione libera delle normative?
Ogni anno esperti faunistici ed esperti dell'ISPRA, profumatamente pagati dai noi contribuenti, pubblicano i loro studi dichiarano se è possibile o meno, in alcune zone, il prelievo di determinate specie, in determinati periodi. Ci sembra strano che Che Gian Luca Galletti, laureato in Scienze Economiche e Commerciali, possa sostituirsi a loro. Se è così potremmo risparmiare moltissime migliaia di euro ogni anno.
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