Citando il rapporto di Birds in Europe (III ed., 2017) di BirdLife International (associazione non governativa rappresentata in Italia proprio dalla stessa LIPU), le specie sopra citate soffrirebbero i cambiamenti climatici, l'agricoltura intensiva e la distruzione continua dei loro habitat e, pertanto, non dovrebbero essere oggetto di prelievo venatorio.
La situazione, sempre l'associazione, sarebbe così grave da considerare le cinque specie quasi SPEC 1, ovvero "specie minacciate a livello globale".
I volatili, oltre che parlarci della bellezza della natura ci indicano il modo in cui trattiamo il nostro pianeta. Se una specie è in crisi, è quasi sempre perché le nostre attività sono eccessive e mal condotte
Il comunicato stampa prosegue:Si tratta di modificare radicalmente alcune pratiche, fermare il cattivo sfruttamento del territorio, aumentare le tutele degli habitat naturali e delle rotte migratorie, ma anche, attivare misure d’urgenza, per questo chiediamo alla Giunta Regionale presieduta dall’On. Mario Oliverio, di escludere dalla lista delle specie cacciabili le 6 sopraindicate, di eliminare le preaperture e i posticipi dal calendario venatorio e aumentare la vigilanza, stabilendo un piano di controllo organico che preveda anche il ripristino delle storiche competenze in capo ai corpi di Polizia Provinciale».
Parole sicuramente d'effetto è che mette in luce alcuni obiettivi comuni che hanno sia le associazioni ambientaliste che i cacciatori come quello di fermare il cattivo sfruttamento del territorio e la continua, ed inesorabile, diminuzione degli habitat.
Tuttavia anteporsi al piano faunistico venatorio, redatto da esperti pagati dalla Regione, e all'ISPRA, l'istituto nazionale superiore per la protezione e la ricerca ambientale, chiamato sempre ad esprimersi in merito ai calendari venatori regionali rappresenta un sopruso per i cacciatori.
Soprattutto dopo che si è giunti ad un accordo a cui sono resi partecipi tutti gli stakeholder interessati fra cui anche le associazioni ambientaliste.
Se gli enti governativi e scientifici affermano che sussistono le condizioni per effettuare i prelievi sulla base di studi scientifici locali perché dichiararsi contro se non per fare propaganda?
In più l'associazione non sottolinea che le preaperture ed il posticipo sono votate quasi esclusivamente per consentire il prelievo di specie come il Colombaccio ed i Corvidi considerate, per molti aspetti, nocivi e dannosi per l'agricoltura.
Soprattutto i corvidi, specie che ben si adattano alle zone antropizzate, sono cresciute notevolmente andando a discapito di molte altre specie, di cui pochi parlano, che stanno letteralmente scomparendo come i passeri ed i piccoli passeriformi.
Bene, potremmo anche chiudere baracca, ma chi si occuperebbe di contenere i disequilibri che si stanno causando a casa della riduzione degli habitat e abbandono delle campagne? Chi aiuterebbe la ruralità locale a sopravvivere?
I cacciatori rappresentano, per molti aspetti, anche sostentamento importante per molte attività isolate e per i contadini stessi che possono vendere direttamente al consumatore senza passare da intermediare che riducono all'osso i loro eventuali guadagni.
Ogni cacciatore, in più, ogni anno paga delle tasse che, in teoria, servirebbero proprio per raccogliere risorse per reinvestirle nel territorio e nella salvaguardia dell'ambiente.
Come spesso capito non ci è dato sapere come effettivamente vengono spesi questi soldi, ma l'intento della tassazione è proprio fermare il cattivo sfruttamento del territorio. Di questo non si parla mai nei comunicati ambientalisti
Non esistono priorità più importanti su cui concentrarsi?
Sembra facile colpire una categoria in decadenza a causa dell'urbanesimo e della crisi che porta le attività venatorie a divenire un lusso a causa delle tante spese da sostenere...Se i cacciatori diminuiscono e aumentano i danni delle specie nocive, i cinghiali invadono le case e aumentano le specie a rischio forse l'arte venatoria non è il male supremo.
Speriamo si trovi un dialogo ed un obiettivo comune fra associazioni ambientaliste e cacciatori i cui fini finali spesso collidono.
Visualizza la pubblicazione: European birds of conservation concern 2017
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