L'ha stabilito il TAR di Brescia confermando la decisione della Questura
Troppi debiti accumulati da un bresciano hanno portato la Questura a negargli il porto d'armi. L'ex cacciatore bresciano ha però fatto ricorso al TAR, ma quest'ultimo ha dato piena ragione alla Questura.
Ad aggravare la posizione dell'uomo non è stata solo la la pesante situazione debitoria, ma anche le denunce ricevute per insolvenza e calunnie.
La relazione redatta dai carabinieri di Lonato avrebbe, inoltre, indicato che l'uomo non godrebbe di ottima stima e anche i membri della famiglia dell'uomo avrebbero ricevuto minacce e molestie dai creditori.
I giudici del TAR non hanno potuto che confermare che l'imputato non sia una persona adatta all'uoso delle armi, neanche in ambito sportivo, confermando così la revoca del porto d'armi.
Ad incidere sulla decisione, quindi, non le capacità psico/fisiche dell'uomo, ma l'evidente e problematica situazione in cui purtroppo l'uomo è caduto.
La situazione familiare ed economica può rientrare fra le scelte di concessione del porto d'armi.
Speriamo che l'uomo bresciano coinvolto possa risolvere al più presto i suoi problemi economici, non solo per poter tornare a praticare le sue passioni, ma per la sua serenità e dei suoi cari.
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