Scoraggiati i due partono all'avventura verso la piana di Rosarno.
Vuoi alle volte l'imprevidibilità ed i giochi del tempo...a Reggio Calabria diluviava, ma passate le gallerie sull'autostrada all'altezza di Bagnara ecco che appare un cielo stellato e privo di nuvole. Il tempo buono ha alzato di non poco il morale. Arrivati sul posto ancora buio pesto già si sentono i zirli dei tordi. Di fretta e furia Santo e Marco si appostano fra il bosco e gli ulivi. Non manca molto che Santo sente un zip più forte degli altri e vede sfilare un'ombra... un colpo e già il primo tordo è abbattuto. Peccato per l'erbetta alta che fa impazzire per il ritrovamento. Anche Marco comincia a sparare i primi colpi. Allo spollo, in poco tempo, i due avevano già fatto un tre - quattro tordi a testa.
Dopo però un buon spollo la zona tace, si vede sfilare qualche tordo non a tiro, ma nient'altro. Sembra l'ennesima giornata finita troppo presto.
Per fortuna, invece, sin ora era solo un'apertura delle danze. A metà mattinata, infatti, ecco che cominciano i tordi ad entrare a flotticelle. Tre, quattro a volte anche più si avvistavano e transitavano tutti attraversando la vallata. Dopo aver visto la direzione che compievano i tordi Santo e Marco si spostano a piedi arrivando a ridosso del bosco fitto. Il richiamo a bocca e quello in mantice di gomma sembravano fare miracoli con i Tordi che come attratti da una calamita si "tuffano" verso i due. Comincia una vera e propria "salaria" in cui non si faceva in tempo a sparare il primo che subito altri tordi sopraggiungevano.
Peccato che attorno alle nuove postazioni l'erba ed i cespugli non erano pochi e Santo cominciava ad arrabbiarsi con se stesso per aver deciso di lasciare a casa la cagnetta. Quel giorno, non solo avrebbe imparato molto, ma sicuramente avrebbe fatto diminuire di molto i dispersi e magari regalato più tempo ad abbattere altri tordi.
A tarda mattinata sia Santo che Marco erano a corto di munizioni, ma felici e divertiti.
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