L'ombra sfuggente
Si preannuncia la solita spensierata mattina. Davanti un bel fuoco, fra una chiacchiera e l'altra, ci apprestiamo a dare il via ad un'ennessima bella mattinata di caccia al cinghiale.
Gennaro e Francesco, veterani cinghialai conoscono la zona come le loro tasche e da lì a poco tracciano quasi subito una buona pista.
Già dalle tracce si comprende che si ha che fare con un animale schivo, astuto e magari imprevedibile.
Sicuramente dalla dimensione delle impronte e dalla traccia ben visibile e profonda si tratta di un esemplare dalle mole fisica di tutto rispetto e probabilmente di un gran numero di anni.
Almeno nelle mie zone, basso lazio, non è facile che i cinghiali siano molto grossi.
Continuiamo a tracciare come di routine, ma sottovalutiamo l'astuzia dell'animale.
Troviamo le impronte, ma del cinghiale nessun segno. Tentiamo qualche rimessa, ma nulla. La giornata giunge al termine a vuoto.
Il giorno seguente siamo tutti belli carichi. Abbiamo voglia di riscatto e ottimismo. Dopo aver controllato alcuni posti dove il cinghiale che pediniamo potrebbe essere decidiamo di optare per una rimessa dove abbiamo trovato una bella entrata.
Chiudiamo e liberiamo i cani. Purtroppo non scoviamo nessun cinghiale, ma il fiuto dei segugi ci portano a seguire il cinghiale, che prima ancora di chiudere la zona si era allontanato sopra un sentiero pietroso lasciando pochissime tracce.
Alla radio arrivano i commenti dei battitori..."
È GROSSO, È GROSSO PROVIAMO ANCORA!".
Ci spostiamo alla rimessa a fianco più soleggiata e si sa, nelle giornate più fredde, i cinghiali preferiscono il calore del sole.
Parte la canizza e quasi subito c'è la ferma e gli abbai dei cani che risuonano in tutta la zona. I cani più giovani desistono e si fanno indietro per la paura. Solo i cani più esperti, dei veri e propri veterani con tante battaglie alle spalle, restano contro il cinghiale che ben si difende.
Probabilmente non era la prima volta che questo cinghiale incontrava i cani. Con la furbizia che contraddistingue un re riesce a svincolarsi dai cani e come un'ombra invisibile supera la posta di giovane amico al quarto anno di licenza e si dilegua.
Rimaniamo tutti con l'amaro in bocca e stremati. Era tutto il giorno che gli eravamo dietro e nonostante tutto l'animale è riuscito ad andarsene indenne con tutti i cani al seguito che adesso ci tocca ritrovare....
Passa una settimana e ci ritroviamo di nuovo in rimessa. Nuovamente noi tutti contro il setolone. Parte la canizza e nel fitto c'è battaglia. Il cinghiale ferisce due cani e scappa, la posta lo sente, ma passa nel fitto. Viene tirato, ma non colpito. Si comincia finalmente a dargli un volto e si dice fosse di un colore nero come un'ombra fugace, ma molto grosso.
Ormai tutti noi siamo scoraggiati. Avevamo percorso tanta strada, cani feriti, battitori esausti e tracciatori all'esasperazione.
Ci siamo riuniti per confortarci a vicenda e decidemmo di provare un'ultima volta in zona.
Arriva il giorno seguente. Questa volta si chiude una rimessa con uno strapiombo.
Abbiamo qualche probabilità in più!. Questa volta il re aveva davvero poche vie di fuga.
"Lui" era lì. Sicuramente ci aveva sentito girare attorno alla sua rimessa ed era all'erta.
Parte la canizza, ma questa volta il cinghiale va via prima. Evita lo scontro come se sapesse che questa volta era dura e la sua fine poteva essere vicina.
In maniera silenziosa si avvia verso una posta. Questa volta il re pesca la posta di Giovanni, il più anziano del gruppo e la sfida è nell'aria...
Si tratta, infatti, di una sfida di esperienza. Il cacciatore sente il cinghiale che a sua volta fiuta l'uomo e si ferma immobile invisibile nella macchia.
Giovanni sa che il cinghiale è lì e spegne la radio per evitare alcuno suono o disturbo strano che possa far arretrare l'animale.
Il re, forse per la prima volta, è davanti la sua sfida più ardua. Davanti a se ha il cacciatore e dietro la canizza ululante che lo bracca e presto gli sarà addosso.
Alla fine, con i cani che spingono sempre più vicino a lui, il cinghiale raccoglie le ultime energie e con un sprint pauroso esce dalla macchia come una saetta nera.
Alla fine il re cede. Con la traiettoria pulita Giovanni va a segno ed il cinghiale viene abbattuto.
Finisce così.
Non fu però un abbattimento come gli altri. Si parlò molto in seguito di questo cinghiale e di come ci avesse tenuto banco durante le braccante.
Un esemplare schivo, sfuggente ed arduo con i suoi ben 145kg di peso....
Sicuramente rimarrà impresso nei nostri ricordi e nei nostri futuri racconti quando la squadra si riunirà di nuovo per la prossima braccata...
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