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In occasione delle festività per il buon anno nuovo Federcaccia regala un magnifico spot sull'arte venatoria. Lo spot tende a divulgare tutte le azioni che ogni anno i cacciatori e le associazioni venatorie svolgono.
Lo spot vuole ricordare a tutti le basi delle attività venatorie che non sono semplicemente uccidere selvatici o uno sport, ma è passione tradizione ed un amore incondizionato verso il proprio territorio e la natura stessa.
Dedicato a Lello e alla cacciata più bella del 2021
Eccoci di nuovo in cucina a preparare la nostra amata selvaggina. Questa volta protagonista è Antonio Verna giovane cacciatore reggino con un'immensa passione per il cinghiale e la piccola migratoria. Quest'anno ha avuto la fortuna di andare a cacciare con l'amico Lello che gli ha regalato l'emozione di vedere ed abbattere la sua prima anatra. Una caccia quella agli anatidi di gran fascino e conoscenza del territorio.
Per onorare quella che per Antonio è stata la miglior cacciata dell'anno serviva un pranzetto con i fiocchi ed ecco qui come cucinare al meglio le alzavole...
Giornata di caccia indimenticabile per due uomini di Grotteria (RC)
Un anziano cacciatore di 76 anni, lo scorso sabato, si è recato a caccia, fra i comuni di Giffone e Galatro (RC), in compagnia di un giovane amico 35enne. I due fermati ad un posto di blocco stradale, dai carabinieri della stazione di Taurianova, hanno insospettito gli agenti. Il più giovane, infatti, non era in possesso di porto d'armi ed, addirittura, dal 2011 era sottoposto ad un provvedimento di divieto di detenzione di porto d’arma.
Gli agenti hanno così pensato di seguire i due per rassicurarsi del corretto svolgimento dell'attività venatoria.
I sospetti degli agenti si sono concretizzati quando, l'anziano cacciatore possessore regolare di licenza, durante la battuta di caccia, ha ceduto la sua arma, un semiautomatico calibro 12, all'amico sprovvisto di porto d'armi.
Quest'anno i morti in incidenti di caccia sono stati 1/3 in meno
Si chiude con un po' di malinconia anche questa stagione ed è interessante apprendere che il trend degli incidenti è in netto calo con un aumento significativo della sicurezza. Tema, quest'ultimo, assai delicato e in particolar modo sotto la lente dell'attenzione da parte dei mass media e dei non favorevoli alla caccia.
Durante l'arco dell'ultima giornata da caccia, dal 1° settembre 2018 al 30 gennaio 2019, in tutta Italia, sono stati 12 i decessi, di cui 2 non cacciatori (pari al 17% del totale), durante gli incidenti di caccia. 50 i feriti, di cui 13 non cacciatori. Questi dati sono nettamente migliori rispetto alla stagione precedente. Rispettivamente siamo a -33% e -17% rispetto alla stagione 2017/2018.
Il Cinghiale è l'ungulato più diffuso in Italia e negli ultimi anni ha subito un incremento notevole tanto da potarlo ad estendere i suoi habitat ed entrare sempre più a contatto con l'uomo.
Non sono ormai rari gli incontri con questi selvatici anche nelle periferie delle grandi città ed i problemi ed i rischi derivanti sono alti. I Cinghiali, soprattutto i piccoli, se possono apparire indifesi sono, invece, incredibilmente pericolosi. Essi sono dotati di una massa di tutto rispetto e zanni affilate. Tuttavia il pericolo più grave è dovuto al suo colore scuro che lo rende di notte difficilmente visibile con pericoli per la viabilità.
Il recente incidente sull'A1, vicino Lodi, costato la vita ad un giovane e con diversi feriti dimostrano che il rischio è alto.
Ma perché sino a pochi anni fa non si parlava mai del problema cinghiali?
La popolazione dei cinghiali è cresciuta in maniera esponenziale. Si è subito puntati il dito contro i cacciatori, responsabili secondo alcuni di immissioni di selvatici, soprattutto di incroci con esemplari dell'Europa dell'Est che avrebbero reso i cinghiali più proliferi e grandi( Notizia smentita dallo studio. L'ISPRA censisce solo 16 sottospecie di cinghiale nel nostro paese e nessuna di queste sembrerebbe proveniente dai paesi dell'Est). Si arriva anche a leggere che la pressione venatoria aumenterebbe l'istinto dei cinghiali di sopravvivenza portandoli a proliferare di più.
Parole a quanto pare senza fondamenta e senza studi. A chiarire il problema dell'invasione dei cinghiali è l'ISPRA l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale con uno studio molto approfondito sulla diffusione dei cinghiali negli ultimi anni.
Viene esclusa l'attività venatoria fra i fattori di crescita, anzi ad oggi è l'unico modo di concreto di arginare il fenomeno, e si focalizza il tutto sull'abbandono delle aree rurali. Negli ultimi cento anni la popolazione italiana si è sempre più addensata nei centri urbani svuotando letteralmente borghi e paesi rimasti lì come testimonianza di una ruralità ormai fantasma. Le nuove generazioni sono quelle del Web 4.0 dei comfort, della "vita sociale",dell'impiego dietro al pc o smartphone e non più del lavoro faticoso della terra.
La vita si svolge, pertanto, nelle grandi città ed i paesini non ben collegati si svuotano. All'aumentare di questo fenomeno si è visto che i cinghiali aumentano. Questo aumento è esponenziale e da non sottavalutare. Prima abbiamo parlato degli ultimi 100 anni, ma lo stesso studio condotto dall'ISPRA osserva come l'incremento della popolazione dei cinghiali sia in rapida crescita. Se ci spostiamo in Umbria e confrontiamo, ad esempio, i dati del 1991, poco meno di trent'anni fa, notiamo che la popolazione dei cinghiali nella regione era pressoché assente. Oggi la situazione è ben diversa. In Umbria attualmente è presente una popolazione ben numerosa e massiccia diventata ormai un problema per l'agricoltura locale e per le attività umane.
Cosa ha favorito questo aumento?
Parliamoci chiaro, l'unico vero predatore del cinghiale è l'uomo. Anche il lupo se può scegliere preferisce non mettersi contro un massiccio cinghiale.
I contadini di un tempo vivevano di fatica e stenti e, sicuramente, un cinghiale selvatico rappresentava una risorsa ben più preziosa in dispensa che libero di pascolare nei raccolti. L'agricoltura moderna ed intensiva che predilige alcune colture rispetto ad altri ha anche favorito i Cinghiali consegnandogli cibo più abbondante ed appetibile portando, di conseguenza, l'aumento della proliferazione e, complice l'aumento delle temperature, si registra anche l'aumento del numero di gravidanze, da parte delle scrofe, durante il periodo dell'anno.
L'aumento della popolazione di cinghiale è un fatto concreto e da non sottovalutare. Ad oggi il cinghiale è presente su un’area di 190 km quadrati, cioè sul 64% del territorio italiano. Il cinghiale è diffuso da nord a sud, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, ma si concentra in particolare lungo la dorsale appenninica. Se non si attuerà un inversione del trend sentiremo sempre più parlare del problema Cinghiale...
Ovviamente il problema è giunto sino alla camera dove l'onorevole Golinelli Guglielmo si è fatto porta voce sull'adeguamento della legge 157/92 per attuare seri interventi per la corretta gestione della fauna selvatica..
Cacciatori in diminuizione, ma molto più responsabili...
Ormai i fortunati residenti delle 16 regioni dove si caccerà in regime di preapertura stanno cominciando a contare le ore. Cresce un po' l'euforia ed in molti sono ancora col dubbio sul posto in cui andare o sulle munizioni da adoperare. Gli armaioli sono alle prese con pulizie e messe a punto, gli uffici di questure e circoscrizioni sono affollati per cercare di rilasciare in tempo eventuali porto d'armi e tesserini (enormi e a volte stampati con errori).
I più preparati di tanto in tanto aprono gli armadietti per vedere se tutto è a posto, ricontrollano il fucile e le munizioni in cartucciera. L'ansia è ormai alle stelle, dopo sette mesi di ferma si riprende e la voglia di rimettersi in gioco è tanta. Attenzione! le piogge in arrivo potrebbero stravolgere tutto...
Un bellissimo firmato recuperato su Youtube e pubblicato da Diario di caccia mostra una bellissima giornata di caccia ai colombacci in Maremma da appostamento con l'ausilio di zimbelli ben addestrati.
Ci vuole tanta pazienza e bravura ad allevare i piccoli piccioni e colombacci per richiamo. Tutto deve svolgersi alla perfezioni, trarre in inganno il "signore dei nostri cieli" non è affatto facile.
Il minimo movimento potrebbe, infatti, far preoccupare il furbissimo Colombaccio che al primo segno di pericolo se la dà letteralmente a gambe senza pensarci su molto.
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