Che apertura sarà quest'anno?
Caldo, siccità e incendi sono i temi più roventi di questo inizio preapertura. Gli ambientalisti, come sempre, hanno colto la palla al balzo e tramite media, social network e comunicati sono riusciti in alcuni casi a limitare le pre-aperture. Nel Lazio ed Umbria, ad esempio, si potrà andare a caccia sino alle 15, in Toscana sino alle 14, in Calabria sino alle 13 e speriamo di non avere ulteriori e spiacevoli notizie in last minute. In Liguria, Valle d'Aosta e gran parte della Lombardia (solo a Brescia preapertura) si partirà dalla terza domenica di settembre mentre in Abruzzo, fanalino di coda, addirittura il 1° ottobre.Provvedimenti che rischiano di portare a confusione e di non pervenire a tutti i cacciatori soprattutto i più anziani. Vedersi limitare i calendari venatori dopo averli visti approvare e magari pagato le tasse aumenta lo stato di delusione e rammarico da parte degli appassionati. Accorgimenti forse non necessari per la caccia a specie che tutto sommato sembrano aver goduto di un'annata positiva. La Tortora è per lo più ormai di transito pronta a partire per le coste africane ben più roventi delle nostre mentre i nocivi Cornacchia, Ghiandaia e Gazza sono sempre in soprannumero a discapito dell'equilibrio naturale ed il Colombaccio risulta negli ultimi anni in aumento.
Quale futuro ci attende?
Il numero dei cacciatori è in costante diminuzione. Il cambio di vita, la crisi, l'abbandono delle aree rurali a favore delle città porta sempre meno giovani ad avvicinarsi al mondo della caccia. Le priorità cambiano e senza lavoro e/o con redditi sempre più in basso, nonostante si lavori di più, ci portano ormai a considerare la caccia un extra. Un lusso ormai per pochi privilegiati o per quei pochi che nonostante i problemi riescono a privarsi per poter andare a caccia o per continuare la tradizione di famiglia. Ci teniamo a ricordare che in Italia ad avere il porto d'armi sono solo le persone con fedina penale totalmente pulita e senza uno smacco o errori di gioventù compiuti.Difficilmente i giovanissimi si avvicinano al mondo della caccia se non hanno almeno un parente stretto che gli faccia conoscere il mondo venatorio. In questi ultimi anni gli ambientalisti, già da scuola, e con l'aiuto di media e social network hanno trasmesso il messaggio del "cacciatore assassino e distruttore". Le persone, quindi, non hanno la piena visione del cacciatore e del suo compito di vero gestore del patrimonio faunistico e dell'habitat naturale.
Il problema dell'"invasione dei cinghiali", dei così tanti incendi (più persone nei boschi, lavoro più difficile per i piromani) e la sovrappopolazione di cornacchie e volpi (creano uno squilibrio della catena alimentare mettendo a rischio altre specie come passeri (la scomparsa dei passeri) e creando ingenti danni ai pochi agricoltori ed allevatori rimasti) non esistevano negli anni passati quando la caccia contava ancora numeri importanti.
Pochi rimasti, ma più responsabili. Il cacciatore dei giorni d'oggi non ha bisogno del carniere per mangiare, si è più consapevoli delle responsabilità dell'uomo nei confronti della natura.
Sono gli unici che conoscono realmente le specie che predano imparando e memorizzando comportamenti e problematiche mettendo in atto azioni concrete per aiutarle a sostenerle.
I cacciatori sono sentinelle, sono i primi a notare i cambiamenti naturali perchè la vivono in prima persona e non dietro una scrivania. Sono sempre più numerose le campagne di volontariato organizzate dai cacciatori per salvaguardare e pulire boschi e campagne abbandonate.
Eppure, nonostante ciò i cacciatori sono sempre messi in disparte e non partecipano alle scelte politiche per proteggere il territorio (primo obiettivo di ogni cacciatore).
A incentivare il problema la forte disunione presente fra i vari gruppi di cacciatori. C'è concorrenza fra di noi e lo si nota anche nei nostri rappresentanti pronti a farsi la guerra per qualche tessera. Se prima non risolviamo i nostri problemi interni non avremo futuro.
Se vogliamo un futuro roseo per la caccia dobbiamo conquistarcelo agendo e trasmettendo l'immagine della caccia etica, eco sostenibile, attenta al territorio e tradizionalista...
Sperando in un'annata grandiosa come sempre cogliamo l'occasione per mandarti un grosso in bocca al lupo e aspettiamo i tuoi racconti e le tue emozioni di questa stagione 2017/2018.
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Commenti
In bocca al lupo
ci sono anche io ancora sveglio... in bocca al lupo!
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