Spinto dai racconti che sentivo fare durante la mia infanzia da mio padre, grande estimatore dei setters, decisi di provare con questa razza, e di prendere un soggetto molto giovane già avviato, da definire e plasmare in base alle mie esigenze.
Dopo lunghe ricerche finalmente contatto un numero e vado a provare una cagnetta sui 12 mesi che già fermava e riportava... l'ho provata sulle quaglie con il proprietario, in un campo di restuccia, e sono rimasto affascinato dal vedere come girava, come era ben collegata, e come aveva fermato con grande stile ed eleganza una quaglia.
Ho quindi contrattato il prezzo e tutto contento sono rientrato a casa col mio nuovo cane al guinzaglio.
La cagnetta era allegra e vivace e piena di entusiasmo e già pregustavo le sue prodezze nella stagione venatoria che ormai era alle porte!
Purtroppo durante la visita medica che sempre faccio fare ai cani che stanno per entrare nel mio canile, ho avuto una brutta sorpresa, la cagnetta era affetta da Leishmania... a malincuore decisi quindi di riportarla al proprietario.
La stagione venatoria era ormai alle porte ed io ancora non avevo nulla, già mi ero rassegnato ad aggregarmi a qualche amico, e continuare la mia ricerca, quando un conoscente, mi raccontò di aver fatto una cucciolata di setter. I cuccioli erano troppi affinché la madre li potesse ed il proprietario era costretto a toglierne alcuni per il benessere della cucciolata stessa.
Gli dissi che io cercavo un setter avviato e non un cucciolo, ma lui l'indomani si presento con una cucciolotta in mano dicendomi che se non la prendevo non sarebbe potuta crescere ottimamente in quella numerosa cucciolata... io vidi quel batuffolo bianco che si muoveva a stento e , impietosito, alla fine decisi di prenderla ma con l'intenzione di trovargli un altro padrone...
Arrivato a casa mia moglie l'ha presa in braccio e cominciò a coccolarla, e quando mi senti dire che dovevo trovarle un altro padrone mi rispose : “non hai dove portarla perché è già a casa sua... ti aiuterò io ad addestrarla, lei ormai resta con noi”.
La vidi così felice e decisa che non osai contraddirla, in fondo la cagnetta piaceva anche a me, anche se non aveva pedigree nè tanto meno era figlia di cani da caccia, era dolce e tenera, e come ebbi modo di vedere dopo era anche furbetta, estremamente intelligente ed intraprendente doti che sono fondamentali per la riuscita di un buon cane da caccia.
Dopo qualche giorno la cagnetta cominciò a mostrare le sue prime qualità... Imparò da sola dove doveva andare a dormire, imparò a salire i gradini, imparò il suo nome e a venire a richiamo.
Questa esperienza e la consapevolezza del forte legame che si stava formando tra di noi, mi spinse a capire la fondamentale importanza che ha per la riuscita di un buon addestramento vivere a contatto col cane almeno per i primi mesi della sua vita.
Primi passi...
Partii con i comandi base: il no, il terra, il seduto e a giocare rincorrendo e riportando la pallina.Giunti quasi al terzo mese di vita della cagnetta, assistetti ad una scena che mi fece sorridere, il gatto di mia cognata aveva puntato una mosca, e la cagnetta vedendola ferma immobile decise istintivamente di andare in consenso fermando dietro di lui... e alla preoccupazione di mia cognata che temeva che la cagnetta volesse aggredire il gatto, seguirono le risate mie e di mia moglie che, invece, avevamo capito che quel soldo di cacio stava facendo il suo primo consenso!
A questo punto, fatti tutti i vaccini, decisi che era arrivato il momento di portarla in campagna a fare la sua prima passeggiata.
La cagnetta inizialmente spaesata comincio piano piano a correre ed esplorare il mondo completamente nuovo che si ritrovava davanti a se...quella prima uscita fu seguita da altre, in cui mi accertai che venisse subito ad ogni mio richiamo e che mi seguisse sempre senza perdermi di vista..È molto importante instaurare in queste prime uscite il rapporto fra cane e conduttore.
Questa la considero la su prima vera lezione venatoria, dove ha imparato a camminare in terreni accidentati e a venire al richiamo, allontanarsi in esplorazione senza mai perdere i contatti con me, cosa fondamentale che ogni buon cane da caccia deve saper fare....
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