L'associazione ambientalista arriva però in ritardo. Già negli ultimi anni alcune regioni, in accordo con l'ISPRA hanno rimosso alcune delle specie menzionate o ridotto drasticamente il prelievo.
Bisogna considerare che solo la Coturnice è una specie stanziale e che purtroppo soffre la continuazione diminuzione degli habitat, il cambiamento dell'agricoltura italiana, con sempre meno coltivazioni di cereali, e l'aumento dei predatori come volpi e corvidi.
Tutte le altre specie che vivono in condizioni sfavorevoli sono migratori e le cause principali del loro declino, e che sempre poco spesso le associazioni ambientaliste menzionano, sono l'inquinamento, la diminuzione degli habitat e la forte pressione venatoria all'estero.
La situazione più marcata la vive, senza ombra di dubbio, la Tortora specie molto apprezzata dai cacciatori per il suo volo fulmineo e difficile e per le sue pregiate carni.
Tuttavia la Tortora comincia a lasciare il nostro paese già dalla fine di Agosto. Essendo la stagione di caccia a settembre sempre più ridotta, ed il suo prelievo ristretto sta diventando per i cacciatori italiani solamente un ricordo.
Nei paesi vicini, anche Europei come la Romania, la caccia apre ad Agosto nel periodo di maggior concentrazione di questa specie e quando ancora i nuovi piccoli non sono del tutto autosufficienti.
Le peggiori notizie arrivano, però, da paesi dove prima la caccia non era molto praticata come il Marocco o la Tunisia in cui esistono pochissime limitazioni e, scoprendo il mercato del turismo venatorio, hanno, invece, incrementato nettamente il prelievo della Tortora anche nei periodo di riproduzione come giugno.
Sarebbe qui da intervenire! Divulgando informazione ed imponendo limitazioni di prelievo e tempi.
Sicuramente se necessario per la salvaguardia della specie i cacciatori italiani sono disponibili a qualsiasi soluzione necessaria. Tuttavia non è sempre colpa della caccia, ben regolamentata dietro normative e piani faunistici, se alcune specie sono in difficoltà, ma bisogna chiedersi se e quando anche gli altri paesi attorno a noi cominceranno a prendere provvedimenti.
In Italia il numero dei cacciatori diminuisce anno per anno, ma aumenta esponenzialmente il numero di persone che cacciano all'estero.
Chiudere la caccia da noi per permettere a chi ha denaro di andar all'estero non è certamente la soluzione da impiegare.
Bisogna anche chiedersi perchè non si adegua l'elenco delle specie cacciabili privilegiando alcune specie, considerate anche protette, che vivono nel nostro paese in soprannumero come Storno o Tortora dal collare.
L'uomo con le sue azioni e le sue abitudini condiziona l'ambiente creando squilibri non sempre sostenibili.
Il cacciatore che vive a stretto contatto con la natura, non ha bisogno di costosi studi per accorgesi quali siano le specie che stanno vivendo un periodo sfavorevole e vede giorno per giorno come il nostro bellissimo paese sta mutando quasi sempre in peggio...
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