Entro il 2019 tutti gli stati dell'Unione Europea dovranno adeguarsi alla nuova normativa. Con 491 voti a favore, 178 contrari e 28 astensioni oggi 14 marzo il Parlamento Europeo ha approvato le modifiche alla legge sulle armi del 1991 che presentava, a detta dei deputati, importanti falle si sicurezza.
L'obiettivo è il commercio illegale, la collaborazione fra stati e aumentate il controllo sulle armi regolarmente detenute senza intralciare gli appassionati di tiro sportivo e cacciatori.
Per attuare le nuove direttive alcune limitazione potranno essere applicate anche in Svizzera. Il tutto dovrebbe aiutare la polizia a contrastare il terrorismo e l'introduzione facile di armi nei territori dell'unione.
Tutti i paesi dovranno inasprire i controlli sulle armi, sopratutto su quelle sin ora poco considerate, come quelle a salve che possono essere facilmente convertite per sparare proiettili veri, Esattamente come avvenne nell'attentato del 7 gennaio 2015 al periodico settimanale francese
Charlie Hebdo.
La direttiva prevede che anche questo tipo di armi dovranno essere acquistate solo a chi possiede una licenza e non più liberamente come avviene in alcuni paesi dell'UE. La direttiva rafforza anche le materie in termini di
armi da fuoco disattivate che dovranno essere sempre dichiarate alle autorità nazionali e, entro la fine di maggio di quest'anno, saranno rivisti gli standard di disattivazione e le tecniche per garantire l'irreversibilità della disattivazione.
Nuovi e più severi controlli saranno applicati alle
armi da fuoco semi-automatiche che già sono soggette a limitazioni sulla capacità (20 per pistola e 10 per fucili) e a quelle automatiche che sono state convertite in semi-automatica.
Gli individui che attualmente possiedono tali armi potranno continuare a farlo sempre rispettando le regole del proprio stato di appartenenza. Gli stati membri saranno liberi di autorizzare ad alcuni individui la concessione di detenere
armi di categoria A (armi proibite come semiautomatiche, dispositivi da lancio, armi camuffabili..) come, ad esempio, tiratori sportivi, musei riconosciuti ed in casi eccezionali e debitamente motivati a collezioni. La detenzione dovrà essere soggetta a rigorose misure di sicurezza.
Aumenta la collaborazione fra stati con un database statale migliorato che permetta rapidamente di rintracciare ed identificare le armi da fuoco nonché lo scambio di informazioni fra i paesi dell'UE.
Non approvate, invece, le altre disposizioni che più che lottare il terrorismo avrebbero penalizzato gli appassionati di armi, tiro e caccia.
La prima stesura avrebbe previsto il completo bando delle
armi di categoria B7, un'ulteriore limitazione dei caricatori e la riduzione delle durate delle licenze di porto e detenzione armi implicando una maggiore frequenze dei rinnovi e dei relativi controlli (aumentando i costi per i possessori).
Il prossimo passo per il prospetto di legge è l'approvazione formale dall'altro Co-legistratore, il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea.
Dall'approvazione del piano di legge gli stati avranno 15 mesi (
entro il 2019) per recepire e applicare le nuove norme e
30 mesi per adeugare i sistemi informatici per adempire alla normativa di semplificazione dei processi di identificazione e rintracciamento delle armi da fuoco.
Vedremo come e se si ripercuoterà sui possessori di armi italiani...
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