erano animati da intenti persecutori nei confronti dei cacciatori
Sono passati 10 anni, ma alla fine dopo una serie di assoluzioni e prescrizioni sono arrivate tre condanne. Sotto accusa alcune guardie venatorie del WWF ed un'agente, allora, del Corpo forestale dello Stato.
Le guardie, secondo l'accusa, erano guidate da
intenti persecutori nei confronti dei cacciatori.
Cercavano, in tutti i modi, di incastrare i cacciatori anche simulando a loro carico reati inesistenti.
Il meccanismo più diffuso era simulare di aver ritrovato o sentito chiaramente i richiami elettromagnetici, illegali per la pratica venatoria, accusando così il cacciatore di turno.
Le guardie avrebbero sottoposto i cacciatori anche a
controlli aggressivi e duri provocando, persino, lesioni gravi ad un cacciatore.
Il 9 novembre 2005, a Spinazzola, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e fatto scattare i controlli da parte della Procura di Trani.
Durante uno degli spregiudicati e vessatori controlli un anziano cacciatore di 82 anni, già paziente cardiopatico, non ha retto l'irruenza e le accuse delle guardie e si è accasciato morendo d'infarto.
Le indagini hanno portato a
ben otto persone accusate di vari reati fra cui: violenza privata continuata e aggravata, calunnie, falso ideologico e materiale, abuso d'ufficio e omocidio colposo. I fatti sarebbero stati commessi fra il 2003 ed il 2007 nella zona nord di Bari.
Molte delle accuse sono cadute in prescrizione, ma il giudice del Tribunale di Trani ha condannato a tre anni e mezzo, con interdizione per cinque anni dagli uffici pubblici, l'ex agente del corpo forestale e a due anni e mezzo le due guardie venatorie volontarie.
Coloro che dovevano vigilare con imparzialità sulle attività venatorie, invece, adottavano qualsiasi metodo possibile per danneggiare ed incastrare i cacciatori..
Guardia LIPU condannata per aver falsificato verbale
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